Il mare in pericolo
Le attività umane stanno distruggendo la vita nel mare: è l′allarme lanciato dall′Agenzia europea per l′ambiente.
Nell′anno dedicato alla biodiversità, l′Agenzia europea per l′ambiente richiama l′attenzione dei paesi dell′Unione con uno studio sui rischi che minacciano la vita nel mare. Il rapporto "L′ecosistema marino" fa parte di una ricerca più ampia che l′Agenzia sta svolgendo sulla perdita della biodiversità in Europa, "10 messaggi per il 2010".
Il cambiamento climatico, l′inquinamento, l′acidificazione, l′eccessivo sfruttamento degli stock ittici, l′introduzione di specie aliene invasive e la pressione antropica sono le principali cause del degrado dei mari europei e della sparizione di innumerevoli forme di vita.
Il Mediterraneo, per esempio, presenta notevoli problemi: ha la più alta concentrazione al mondo di catrame (38 milligrammi al metro cubo), 10 volte di più del sistema marino giapponese, 30 rispetto all′Atlantico.
Nei mari che circondano l′Europa numerose specie ittiche stanno scomparendo: secondo l′Agenzia per l′ambiente l′88% delle riserve comunitarie sono largamente oltre i limiti di pesca sostenibili. Un terzo delle popolazioni ittiche che sono state eccessivamente sfruttate hanno superato la soglia oltre la quale era possibile il loro recupero.
A una situazione già grave si aggiungono gli effetti del cambiamento climatico che sta modificando irreversibilmente l′ambiente marino. Eppure gli ecosistemi marini sono fondamentali per la salute del Pianeta, forniscono ossigeno, assorbono le emissioni di CO2 nell′atmosfera, stabilizzano le coste, assicurano cibo e sono una fonte di ricchezza culturale e economica.
Una soluzione per frenare la perdita della biodiversità marina è l′istituzione di ampie zone protette, peraltro già prevista dalla direttiva comunitaria (92/43/CEE del 1992) sulla conservazione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatiche.
La direttiva impegna i paesi comunitari a creare una rete di aree marine protette in coincidenza dell′anno internazionale della Biodiversità nel 2010 e dell′anno internazionale della Biodiversità marina nel 2012 istituiti dall′Onu.
Il rapporto sottolinea però il grave ritardo dei paesi europei e ricorda che è necessario agire con urgenza. Salvare gli ecosistemi marini è possibile: i dati dimostrano che nei siti protetti, e intorno ad essi, la biodiversità riprende a crescere.
Per saperne di più:
Consulta la scheda sulla biodiversità marina in Italia (doc, 38 Kb)
Scarica il testo della direttiva comunitaria sulla conservazione degli habitat (pdf, 143 Kb)
Scarica il rapporto "Gli ecosistemi marini" (in inglese, pdf, 2,50 Mb)
Vai alla pagina "Biodiversità: 10 messaggi per il 2010" sul sito dell′Agenzia europea per l′ambiente (in inglese)
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