I saperi del passato per la sostenibilità

Nasce a Firenze ITKI, il Centro promosso dall′Unesco che raccoglierà i saperi tradizionali per tutelare il territorio, risparmiare risorse e combattere i cambiamenti climatici.

Il 12 maggio l′Unesco ha presentato a Firenze l′Istituto internazionale per le conoscenze tradizionali (International Traditional Knowledge Institute - Itki), promosso per valorizzare in tutto il mondo le tecniche tradizionali di conservazione del territorio.

È il primo passo per la creazione di una Banca mondiale delle Conoscenze, dove verranno catalogati e resi disponibili i saperi tradizionali per la difesa del suolo, la conservazione dell′acqua, la lotta agli effetti e alle cause del cambiamento climatico.

Raccogliere la pioggia in grandi depositi, irrigare le zone aride utilizzando reti di gallerie orizzontali al posto delle pompe come si faceva in Puglia, ricoprire i tetti di vegetazione per regolare la temperatura senza dover usare i condizionatori d′aria, utilizzare materiali naturali per costruire e ristrutturare le case, come i mattoni di ladiri diffusi in Sardegna ancora nel secolo scorso.

Tecniche tradizionali che risalgono a tempi in cui non esistevano o si faceva scarso uso del petrolio e delle macchine possono oggi essere riproposte come pratiche sostenibili e innovative in agricoltura, architettura e aree urbane, per rigenerare i suoli, risparmiare acqua, combattere la desertificazione, per tutelare il paesaggio e valorizzare le pratiche sociali. Il loro utilizzo consente risparmi economici considerevoli in tutti i settori e in particolare nelle emissioni di CO2.

«Le tecniche tradizionali - spiega Pietro Laureano, consulente dell′Unesco - nel pianeta sono decine di milioni, con varietà corrispondenti alle diversità ambientali e culturali. La banca dati che realizzeremo verrà messa al servizio dei cittadini e di tutte le pubbliche amministrazioni del mondo. Si tratta di un patrimonio immateriale trasmesso di generazione in generazione. Saperi del passato di grande utilità nel presente. Riadattabili ai tempi moderni attraverso un uso innovativo del sapere».

Una soluzione contro la perdita di conoscenze che possono fornire nuovo impulso allo sviluppo sostenibile e contro i costi economici che ne conseguono. Secondo i calcoli del Centro, il costo della perdita di conoscenze tradizionali per l′Italia, dagli anni ′50, è pari a un Pil.

 

Nella foto: un mattone di ladiri

Immagine tratta dal sito della Provincia del Medio Campidano.


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