Gli interventi

Ogni esemplare ritrovato dai corpi di vigilanza a mare, o segnalato da bagnanti o coscienziosi pescatori, viene portato al Centro recupero.

Interveniamo su esemplari con lesioni agli arti per ammagliamento nelle reti da pesca, ferite per l'ingestione di ami da palamito o di lenze, lesioni al carapace dovute a collisioni con natanti, o patologie dovute a corpi estranei occlusivi (sacchetti di plastica che gli animali ingeriscono scambiandoli per cibo), abrasioni e infezioni cutanee superficiali da ferite accidentali.

Per ogni esemplare compiliamo una scheda che raccoglie i dati rilevanti (misure, peso, sesso, luogo e modo del ritrovamento, lesioni e problemi riscontrati), registrati poi nella Banca dati del Ministero dell'Ambiente.

Presso l'ambulatorio veterinario vengono eseguiti gli esami necessari: lastre per verificare la presenza di ami nell'apparato digerente, o di fratture nell'apparato scheletrico, tamponi e prelievi sanguigni e gli opportuni interventi

Dopo le terapie e trascorsi i tempi di degenza necessari alla guarigione, l'animale rimane ancora in ambiente controllato per verificare se abbia ripreso le corrette funzioni vitali e se sia in condizione di riprendere il mare.

In alcuni casi è necessario effettuare delle uscite controllate, con l'ausilio di attrezzature subacquee, per verificare se l'animale sia effettivamente in grado di nuotare agevolmente e di risalire in superficie per respirare in mare aperto.

Quando l'animale è completamente guarito gli viene applicata una targhetta di riconoscimento e viene liberato. Dalla costa, nei periodi con minore traffico marino, o più spesso al largo, e sotto il controllo degli organi di vigilanza istituzionale (Corpo Forestale, Guardia Costiera, eccetera)

In ogni caso la tartaruga viene seguita a distanza per verificare il suo riadattamento all'ambiente.


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